Sei su The Jumble Stories, la newsletter in cui parlerò di tutto quello che non sapevi di volere sapere secondo il guazzabuglio di idee che mi passa per la testa.

(immagine dell’autrice)
Buon pomeriggio a tutti. Come va? Che dice il meteo dalle vostre parti?
Qui è iniziata ufficialmente la stagione delle tisane pomeridiane e della ricerca di carboidrati.
Per chi ha letto l’ultima newsletter (e per chi non l’ha letta: male!) nella sezione Get a glimpse ho citato il libro Farsi capire di Annamaria Testa, grande professionista del settore della comunicazione e della creatività, autrice di diversi testi e articoli su Internazionale, il cui sito Nuovo e Utile presenta pezzi densi di spunti.
Parliamo di un pilastro in termini di comunicazione e scrittura creativa, oltre che di una personalità molto interessante (vi consiglio a tal proposito questa intervista).
Questa la premessa doverosa alla newsletter di oggi, dove parlerò di creatività prendendo spunto da un capitolo del libro di cui sopra.
Dunque. Cosa si intende quando si parla di creatività? Di un lampo di genio? E come si può definire una persona creativa? Una sorta di artista bohémien in grado di dar vita a opere d’arte con un colpo di mano (o di mente)?
Quando si pensa alla creatività si tende a pensare a qualcosa di nuovo da tracciare su un foglio bianco. Qualcosa che prima non c’era, insomma.
In realtà la creatività non consiste esattamente in questo.
Annamaria Testa parla di creatività partendo da una definizione di Henri Poincaré:”La creatività consiste nell’associare elementi esistenti in combinazioni nuove, che siano utili”. L’autrice prosegue poi citando il concetto di bisociazione di Arthur Koestler: una connessione tra fatti, idee o elementi che mai prima erano stato associati.
Ne deriva dunque che la creatività consiste nel creare delle connessioni nuove e utili tra elementi già esistenti.
Ma come si sviluppa il pensiero creativo? A questo punto si potrebbe dire che la creatività nasce dallo sfruttamento di un approccio che sia diverso da quello “regolare” o “solito” - magari con l’ausilio del pensiero laterale - ma questo non significa che ciò che è creativo sia automaticamente trasgressivo, fuori dalle regole: la trasgressione è parte del processo creativo ma non l’obiettivo ultimo.
La creatività nasce da un fatto di esigenza, come la risoluzione di un problema.
Si potrebbe anche discutere su cosa si possa definire “utile” oggi (i romanzi sono utili? Spoiler: sì) ma non è questo il punto.
Il punto è capire quali sono gli elementi che contraddistinguono il processo creativo.
Un modello di processo creativo citato dalla Testa è quello proposto da Graham Wallas in The Art of Thought e prevede 4 Fasi:
Preparazione: l’inizio dell’indagine su un problema (o anche individuazione del problema).
Incubazione: il tempo di elaborazione che precede la soluzione.
Illuminazione: la scoperta della soluzione, un fatto istantaneo altrimenti noto come insight.
Verifica: l’analisi finale.
Interessante notare poi che mentre l’insight sembra presentarsi in modo spontaneo e inatteso le altre fasi hanno una durata più lunga e variabile.
Definire cosa sia l’insight non è semplice. Si può parlare di un “atteggiamento mentale” che comprende diversi tratti tra cui reazioni emotive. Dare una definizione specifica non è facile.
Come si può definire invece una personalità creativa? Si è detto prima che la trasgressione è parte del processo, non il fine. Sicuramente una personalità creativa deve possedere competenza, spirito critico e insoddisfazione verso la realtà attuale. La creatività parte dal bisogno di superare certe regole - dunque conoscerle - per trovare nuovi schemi e configurare un ordine nuovo che sia anche comunicabile e verificabile.
Quali sono poi i fattori che accompagnano o ostacolano un processo creativo? I seguenti sono quelli individuati dall’autrice:
Solitudine: elemento sempre presente anche per chi lavora nella coppia creativa (copywriter e art director) o per chi lavora in team. Il processo creativo prevede infatti un percorso mentale che è individuale.
Fragilità: data dall’abbandono di un sistema consolidato e della comfort zone per dare vita a nuovi schemi.
Miopia: se si guarda infatti troppo da vicino un problema si perde il focus e tutto diventa sfocato.
Accanimento: quando ci si intestardisce nei confronti di un’idea o di una mancanza di un’idea. In entrambi i casi si ottiene un effetto freeze.
Frustrazione: sentirsi inceppati, stuck in the middle of nowhere.
Ostinazione: bloccarsi su un’idea che non funziona.
Qual è la formula magica da sfruttare quando ci si inceppa nel processo creativo? Impossibile definirla, ci si può limitare a offrire alcune possibili soluzioni:
Staccare un po’ e lasciar riposare la mente per poter elaborare meglio il concetto;
Ridefinire meglio il problema e procedere a una selezione delle ipotesi realmente efficaci.
Last but not least: dato quanto detto finora perché non tutti riescono ad ottenere l’illuminazione? Anche qui si va avanti per ipotesi: si potrebbe dire che la creatività viene discriminata su base storico-culturale quindi ciò che è per noi creatività qui e ora non lo era un secolo fa in un altro continente. Altra ipotesi è che le persone creative sono tali per per un incrocio tra fattori genetici, occasioni, influenze ambientali e altri elementi discriminanti.
Qui dunque l’unico fattore certo è quello del linguaggio. Dice infatti l’autrice:
”È il possesso del linguaggio che ci permette di acquisire e organizzare informazioni, di riconfigurare idee e regole, di formalizzare le nostre intuizioni, di comunicarle e condividere.”
Ne deriva che creatività, linguaggio e comunicazione sono reciprocamente influenzabili e uniti da un legame profondo: ogni atto di comunicazione diventa così atto creativo.
Anche per oggi è tutto.
A presto 👋
CURRENTLY READING:
Annamaria Testa - Farsi Capire
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I Weigh with Jameela Jamil - Debra Messing
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Ottobre è il mese del Ciclamino della Ricerca, un modo per contribuire all’impegno dei ricercatori al lavoro sulla FC. Scopri tutte le info qui.
Io sono Paola, vengo dalla Sicilia e divido il mio tempo tra le attività di Social Media Manager, Content Creator, Insegnante e Scrittrice all’occorrenza.
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